Il toponimo di Via Quattro Novembre ricorda la vittoria ottenuta nella Prima Guerra Mondiale, in particolare l’armistizio tra Italia ed Austria firmato il 3 novembre 1918 (ma entrato in vigore il giorno dopo, il 4 novembre appunto) presso Villa Giusti, nei dintorni di Padova. La via prese il nome attuale, quindi, soltanto dopo la fine della Prima Guerra Mondiale perché in precedenza costituiva il prolungamento di Via Nazionale. Iniziando da Piazza Venezia il primo tratto è fiancheggiato sulla sinistra dal maestoso Palazzo Colonna, mentre sulla destra è situato Palazzo Valentini.
Più avanti, poco prima della curva a gomito, è situata la Chiesa Evangelica Valdese (nella foto 1), costruita nel 1883 su progetto di Benedetto Andolfi: l’edificio, caratterizzato da un grande arco centrale fiancheggiato da un doppio ordine di bifore, presenta un rosone inserito all’interno di un mosaico; nella lunetta sopra il portale d’ingresso vi è la data di termine della costruzione della Chiesa, “A.D. MDCCCLXXXIV” (1884). L’interno si presenta in forme neorinascimentali, con pianta quadrangolare.
La curva di Via Quattro Novembre è dominata dall’imponente Palazzo dell’I.N.A.I.L. (nella foto 2, ossia Istituto Nazionale per le Assicurazioni contro gli Infortuni sul Lavoro), costruito nel 1934 su progetto di Armando Brasini sul luogo dove sorgeva il “Teatro Drammatico Nazionale”. Il Teatro, costruito su progetto dell’architetto Francesco Azzurri per iniziativa di Eugenio Tibaldi, fu inaugurato il 28 luglio 1886 con “La Locandiera” di Carlo Goldoni. Durante i lavori di costruzione furono rinvenute due splendide statue bronzee di epoca tardo-ellenistica, il “Pugile” ed il “Principe Ellenistico”, perché qui in antichità sorgevano le “Terme di Costantino“: oggi le statue sono conservate nel Museo Nazionale Romano. La facciata del Teatro era di forme neoclassiche con un ingresso a tre archi ed una loggia al primo piano, il tutto coronato da un fastigio semicircolare sormontato da un’aquila ad ali spiegate. La morte del fondatore Tibaldi e la concorrenza di altri teatri ne decretò la fine nel 1929, quando si decise di demolirlo ed edificare il palazzo attuale, caratterizzato da un assetto imponente con un avancorpo a terrazza ed un nicchione di grande effetto.
Proseguendo verso Largo Magnanapoli e ad angolo di Via Quattro Novembre con Via delle Tre Cannelle, possiamo ammirare la Torre Colonna (nella foto 3), conosciuta anche con il nome originario di “Torre Carbonis” perché costruita intorno al XII secolo da Gildo Carboni. Successivamente fu acquisita dai Colonna che la utilizzarono, insieme ad altre torri, come sistema difensivo intorno al palazzo principale di Piazza dei Ss.Apostoli. Nel XVII secolo la Torre divenne proprietà degli Annibaldi della Molara.
Si tratta di una costruzione di sei piani, tutta in mattoni, con un coronamento moderno a beccatelli in travertino, decorata con tre frammenti di fregi antichi (nella foto 4) con rilievi, provenienti dai Fori Imperiali, che raffigurano spirali d’acanto, amorini ed un torso virile, sormontati da un altro rilievo con una colonna sovrastata da una corona, ovvero lo stemma dei Colonna.
Al civico 152 è situato Palazzo Pignatelli (nella foto 5), costruito nel Seicento per questa nobile famiglia di origine napoletana, alla quale appartenne il cardinale Antonio, divenuto poi papa con il nome di Innocenzo XII (1691-1700). L’edificio fu completamente trasformato nel 1880, all’epoca dell’apertura della via, ad opera dell’architetto Zampi. Ha conservato solo in parte l’impostazione originaria degli interni, come lo scalone e la sala del trono, dove il cardinale Antonio dava udienza; nell’atrio, dopo l’austero portale, si trova un busto in bronzo di Papa Innocenzo XII. Nel palazzo risiedette Leopoldo II, granduca di Toscana, esule a Roma e qui morto nel gennaio 1870.
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