Piazza dell’Oro (nella foto sopra), situata tra via Giulia e via Acciaioli, prende il nome dall’omonima famiglia dell’Oro presente a Roma fino alla fine del XVII secolo. Studi recenti collocano proprio in questa piccola piazza il luogo dove in antichità era il “Tarentum“, ovvero il “Santuario di Dite (ovvero Plutone, dio degli Inferi) e Proserpina”, il cui altare sotterraneo veniva dissepolto in occasione di alcune cerimonie sacre; in seguito qui avrebbero avuto luogo i “ludi Tarentini” o “Saeculares“, che si svolgevano a distanza di circa un “saeculum” tra di loro. Alcuni autori antichi indicarono l’inizio dello svolgimento dei Giochi già nel 509 a.C., ma le uniche celebrazioni documentate che si tennero durante la Repubblica Romana risultano essere quelle del 249 e del 140 a.C. circa. I Giochi tornarono a svolgersi nel 17 a.C., durante l’impero di Augusto, il quale volle che il nuovo secolo fosse celebrato anche con un componimento poetico adeguato all’occasione: da questo desiderio nacque il famoso “Carmen Saeculare“, opera del poeta Orazio. Altre celebrazioni si tennero negli anni 88 e 204, ad intervalli di circa 110 anni. I giochi si svolsero anche sotto Claudio nell’anno 47 per celebrare l’ottocentesimo anniversario dalla fondazione di Roma, che condusse ad un secondo ciclo di Giochi, nel 148 e nel 248, finché vennero abbandonati con l’avvento degli imperatori cristiani. Questa piazza è caratterizzata dalla presenza della bellissima basilica di S.Giovanni dei Fiorentini, nonché da due case quattrocentesche, quella al civico 2 e quella con ingresso al civico 82 di via Giulia, entrambe con finestre ad arco, cornici in travertino e giglio di Firenze: sono le cosiddette “Case dei Fiorentini”, donate da papa Giulio II nel 1504 alla Società della Pietà dei Fiorentini.
La “Casa dei Fiorentini” al civico 2 (nella foto sotto il titolo l’edificio a sinistra e nella foto 1) presenta, all’interno di una bella cornice marmorea rettangolare, il giglio di Firenze, sia sulla facciata che prospetta su piazza dell’Oro, sia su quella di via del Consolato: al civico 19 di questa via, in passato ingresso principale dell’edificio quando era sede del Consolato di Firenze, possiamo notare la stessa targa marmorea che appare sull’altro portale della Casa dei Fiorentini in via dei Cimatori che ne attesta la proprietà alla Società della Pietà dei Fiorentini.
Tra le due Case si trova un altro edificio antico, risalente al Cinquecento, con ingresso al civico 3: si tratta della cosiddetta “Casa Sangalletti” (nella foto 2), perché qui vi abitò, tra il 1570 ed il 1590, monsignor Guglielmo Sangalletti, cameriere segreto di papa Pio V e maggiordomo del cardinale Ferdinando de’ Medici, futuro Granduca di Toscana.
L’edificio è preceduto da un piccolo cortile all’interno del quale è conservato un sarcofago strigilato (nella foto 3), un’opera databile alla fine del III secolo: si presenta ornato negli angoli da rilievi analoghi di un leone che aggredisce un daino e, nella mandorla, da un delfino.